La realtà vista da una prospettiva differente

So quello che sono e sogno quello che non posso essere, ma non mi illudo di essere quello che sogno

sabato 17 gennaio 2015

Siamo tutti "In cammino"

In cammino (tratto da Gli occhi scuri del samba di Dario Milani)

Scalare,
partire,
decidere:
crescere.

Rendersi conto
che i miei problemi
hanno già attanagliato milioni
di uomini sopravvissuti
o morti.
Eppur non mi basta.
Intanto ci son loro
a tormentarmi,
altalenarmi,
oscillarmi:
la donna,
il viaggio,
l'amore,
il corpo,
il bisogno d'essere amati,
l'esigenza di amare
e la sua continua scuola;

i conflitti,
i rifiuti,
lo sdegno,
l'Ideale,
il Divino,
l'Umano,
l'essenziale e il superfluo.
Il dovere e la scelta.
Il tempo che passa,
la fretta che aumenta,
la piccolezza che cresce,
il senso di impotenza che avanza,
il sentirsi al proprio posto
e la paura d'esserselo creato,
oppure d'essersi adattati
e la (s)voglia di accettarlo.

Il bisogno di sicurezza,
il tedio del prevedibile,
la fede nell'Incommensurabile,
l'umiltà davanti l'irraggiungibile.

Il ritorno,
i rincontri riusciti
e quelli impediti
(da me, da altri, dalla morte),
i conflitti risolti
e quelli irrisolvibili (chissà perché?).

Il dover ritrovare prima di tutto me stesso,
sull'orlo di una pazzia,
prima che questa prevalga
e mi renda da altri dipendenti,
più di quanto già non lo sia
(forse solo per questo
val la pena fuggirla,
non per mancanza di ragioni).
E più guardo il mondo,
più ne son convinto;
ma se guardo il Mio Mondo,
quello raggiungibile dai miei soli occhi,
non mi sembra così complicato:
vedo persone lottare,
con le loro esigenze e virtù,
il loro dare e ricevere,
a volte sproporzionati,
altre meno.

Vedo pure tante relazioni,
persone come me,
che si meravigliano per un sorriso regalato,
ma, a volte, lo ricambiano;
che non mi rivolgono la parola per primi,
ma, ogni tanto, mi rispondono;
che si mostrano forti e decisi,
ma se mostro loro la mia fragilità,
spesso, scoprono le loro ferite
e mi fanno sentire meno solo.

Raramente, ma non mai,
qualcuno cammina piegato
sotto il peso di macigni,
gettatogli da altri o da sé stesso.
Non chiederà mai aiuto,
per esperienza o pregiudizio.
Non faccio altro che guardarlo,
fermarmi se lui si ferma,
camminare se prosegue,
arrancare se zoppica.
Improvvisamente,
il suo peso diminuisce
ed il mio pure.
Resto con lui finché vuole,
poi
proseguiamo per le nostre strade.
Non soli,
non in compagnia:
in cammino.

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