La realtà vista da una prospettiva differente

So quello che sono e sogno quello che non posso essere, ma non mi illudo di essere quello che sogno

sabato 19 luglio 2014

Uomo, dove sei?

"Sono stanco di questa vita! Ho toccato il punto più basso della vita di un uomo: vivere in strada accanto alla spazzatura. Il mio letto è un cartone. Il mio lenzuolo... tutto bucato. Sono sposato, ho due figlie. Mi mancano solo 254 km per tornare a casa. Ma dopo due anni di questa vita, mi sono svegliato solo da 20 giorni; da quando ho smesso di drogarmi. Voglio tornare a casa. Ho solo bisogno che un buon uomo mi compri il biglietto per andare a casa.
Ma dove ero? Come si può continuare così? Basta.
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Quando sarò a casa farò una promessa con Dio, affiderò la mia vita a Gesù, perché non cada più in questa voragine. Voglio la mia famiglia.
Non so neanche se farmi schifo o pena. Guardami: sono sporco, fino a qualche giorno fa avevo i capelli inguardabili e non sarei riuscito a dire due parole sensate. Ma come sono potuto arrivare così in basso? Dove'ero finora? La mia anima soffre. Io ho anche un'anima". Jairo

Dio chiede ad Adamo: "Dove sei?". Ma Dio sa già dove si trova Adamo. La sua domanda è un invito ad un'analisi verso noi stessi, chiede a tutti noi, in ogni tempo: "Dove sei nel tuo mondo? Cosa hai fatto dei giorni e degli anni a te assegnati?".
Adamo si nasconde: non vuole render conto della propria vita, cerca un sotterfugio. Ma sfugge a se stesso. 
Sembra facile sopprimere la voce di Dio e della nostra coscienza. La Bibbia dice che la voce di Dio è "voce sottile di silenzio" o "voce di un silenzio simile a un soffio" (1 Re 19, 12). Storie di tribù africane raccontano come anche l'azione commessa nel più gran segreto, prima o poi viene fuori e che ad un assassino persino gli uccellini e gli alberi sembreranno accusarlo, dopo l'azione commessa.
Svegliarsi è il primo passo. Che sia dalla droga o dal torpore del consumismo. L'importante è non farlo troppo tardi. In due anni chissà quante volte la moglie, le figlie e i parenti avranno cercato Jairo. Quanto il suo cuore ne avrà sentito la mancanza, sotto la spessa coltre della droga, presenza estranea che lo ha strattonato sempre più giù. 
Martin Buber afferma che esiste una domanda demoniaca, che scimmiotta la domanda della verità. Essa non si ferma al "Dove sei?", ma prosegue: "Nessun cammino può farti uscire dal vicolo cieco in cui ti sei smarrito". E' la nostra lotta contro l'attaccamento ai dolori e alla sofferenza. 
Svegliamoci, la voce di Dio non si stanca di chiamarci.




mercoledì 2 luglio 2014

Fratello, dove sei?


Capita di conoscere alternative alle parabole classiche dei vangeli, in questo caso, quella del figlio “prodigo”. Il vangelo di Luca 15, 11-32 racconta la storia di un fratello minore che, chiesta al padre la propria parte di eredità, se ne va in un paese lontano e spende tutto in una vita dissoluta; poi, spinto dalla fame e dalla miseria (il vangelo non specifica se vi siano anche motivazioni affettive), torna dal padre per offrirsi come operaio. Il padre gli corre incontro quando lo vede da lontano e prepara una festa per il figlio ritrovato, causando l'invidia del maggiore. Il padre, allora, cerca di convincerlo a partecipare alla sua gioia: “Tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo”. La parabola finisce così, senza rivelare se il figlio maggiore decide di partecipare alla festa o restare imbronciato o se i due fratelli si riparleranno mai.



Alberto è il fratello maggiore. E' in strada da una settimana, arrivato da San Paolo per cercare il fratello, José, dileguatosi da vent'anni. E' il suo terzo tentativo di rintracciarlo e, finalmente, sembra la volta buona. Un conoscente di San Paolo, venuto in vacanza a Salvador, ha detto di averlo avvistato nel centro storico, nelle vesti di un mendicante, così lui è partito sulle traccie di questa semplice voce.
Arrivato qui, ha trovato chi lo conoscesse, ma José non si trova più al centro storico. Dicono che stia usando qualche “sostanza” e che ora frequenti la Cidade Baixa. Alberto ha scelto di prolungare la permanenza, ma i soldi per dormire non ci sono, così passa le notti in strada, assieme ad altri cinque uomini con cui condivide una tettoia al Largo di Roma. Ogni giorno va in una zona della Cidade Baixa (espressione generica con cui sono indicati diversi quartieri di Salvador) e chiede informazioni del fratello.

Vent'anni: chissà quanto sarà cambiato, fuori e dentro! Ma ad un fratello vero non importa.

“Quando lo avrò trovato, chiamo i miei e mi faccio mandare i soldi per i nostri biglietti di ritorno”. Non ha dubbi che lo seguirà, che tornerà alla vita di prima, meccanico nell'officina di famiglia.

“E lui viene con me! Lavorerà nella nostra officina” indicando il compagno di strada che lo sta accompagnando tutti i giorni per le strade di Salvador. “Beh, io sono di Salvador, ma i miei sono morti, fratelli non ne ho, quindi... In realtà sono muratore, ma posso imparare”.

Cosa lo avrà spinto a partire? Forse Alberto lo saprà. O forse no.
Ma ciò che mi resta di questo incontro è l'accoglienza reciproca verso Alberto, praticamente accolto in casa dai compagni di strada, al riparo dalla pioggia e dai pericoli.
Oltre all'immensurabile amore di Alberto, al suo coraggio e sprezzo del pericolo e dell'ignoto. Forse anche un po' ingenuo, ma l'Amore è così concentrato sull'Amato da non pensare ad altro che al riabbraccio.