Alberto è il fratello
maggiore. E' in strada da una settimana, arrivato da San Paolo per
cercare il fratello, José, dileguatosi da vent'anni. E' il suo terzo
tentativo di rintracciarlo e, finalmente, sembra la volta buona. Un
conoscente di San Paolo, venuto in vacanza a Salvador, ha detto di
averlo avvistato nel centro storico, nelle vesti di un mendicante,
così lui è partito sulle traccie di questa semplice voce.
Arrivato qui, ha trovato
chi lo conoscesse, ma José non si trova più al centro storico.
Dicono che stia usando qualche “sostanza” e che ora frequenti la
Cidade Baixa. Alberto ha scelto di prolungare la permanenza, ma i
soldi per dormire non ci sono, così passa le notti in strada,
assieme ad altri cinque uomini con cui condivide una tettoia al Largo
di Roma. Ogni giorno va in una zona della Cidade Baixa (espressione
generica con cui sono indicati diversi quartieri di Salvador) e
chiede informazioni del fratello.
Vent'anni: chissà quanto
sarà cambiato, fuori e dentro! Ma ad un fratello vero non importa.
“Quando lo avrò
trovato, chiamo i miei e mi faccio mandare i soldi per i nostri
biglietti di ritorno”. Non ha dubbi che lo seguirà, che tornerà
alla vita di prima, meccanico nell'officina di famiglia.
“E lui viene con me!
Lavorerà nella nostra officina” indicando il compagno di strada
che lo sta accompagnando tutti i giorni per le strade di Salvador.
“Beh, io sono di Salvador, ma i miei sono morti, fratelli non ne
ho, quindi... In realtà sono muratore, ma posso imparare”.
Cosa lo avrà spinto a
partire? Forse Alberto lo saprà. O forse no.
Ma ciò che mi resta di
questo incontro è l'accoglienza reciproca verso Alberto,
praticamente accolto in casa dai compagni di strada, al riparo dalla
pioggia e dai pericoli.
Oltre all'immensurabile
amore di Alberto, al suo coraggio e sprezzo del pericolo e
dell'ignoto. Forse anche un po' ingenuo, ma l'Amore è così
concentrato sull'Amato da non pensare ad altro che al riabbraccio.
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